La stampa delle Missioni cattoliche italiane in Europa dal 1900 fino ai nostri giorni
Padre Antonio Simeoni
L’intervento di questa mattina vuole far conoscere la presenza, il dinamismo della stampa al servizio dei nostri connazionali emigrati in Europa. Per ben situare il problema è opportuno richiamare una pagina importante della storia religiosa e civile dell’Italia : due vescovi il beato Giovanni-Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, proclamato « Padre dei Migranti », assieme al suo amico mons. Geremia Bonomelli, vescovo di Cremona, sono stati i primi e grandi protagonisti per la difesa ed il sostegno dei migranti italiani. Mons. Bonomelli, con l’Opera Bonomelli, si occupò dell’Europa e mons. Scalabrini con la nuova congregazione missionaria si investì nelle Americhe.
Questa breve relazione si limita alla stampa delle Missioni italiane in Europa dal 1900 fino ai nostri nostri giorni. Cercheremo di mettere in luce alcuni elementi significativi per esprimere la ricchezza e la varietà dell’impegno umano e missionario che la stampa cattolica, talvolta con coraggio eroico , ha svolto e vissuto in momenti drammatici dell’Europa e delle nostre comunità emigrate italiane.
I ° Dagli inizi del secolo alla seconda guerra mondiale :
coraggiosa difesa degli emigrati e della libertà di stampa
coraggiosa difesa degli emigrati e della libertà di stampa
Svizzera
La prima testata diffusa nei segretariati bonomelliani di Svizzera e Germania è il settimanale «La Patria», edito a Friburgo (Germania) dal 1904 al 1909 e trasferito, poi, a Basilea.
In una lettera del 1905 si legge che il giornale «ha superato la tiratura di diecimila copie» .
Mons. Bonomelli rispondendo ad una lettera del vescovo di Friburgo ribadisce l’importanza del giornale dell’Opera: «Viene [...] affidata ai missionari l’assistenza sociale degli emigrati, che i missionari sono soliti esercitare direttamente o per mezzo di collaboratori, in mezzi svariati, secondo lo richiedano i luoghi o i tempi (Segretariato, giornale La Patria etc.).
In questo settore devono essere autonomi, come insegna l’esperienza;
diversamente l’Opera non avrebbe ragion d’essere» .
Il periodo bellico 1915-1918, con il conseguente rientro di molti italiani, aveva indotto i missionari a sospenderne la pubblicazione.
Nel 1926 è messo a capo dell’Opera Bonomelli un commissario fascista, l’on. Orazio Pedrazzi, interessato all’inquadramento dell’Opera nelle forze vive e attive del governo nazionale. Le reazioni dei missionari alle crescenti misure repressive per un loro allineamento spingono la S. Sede a stabilire norme rigorose a tutela dell’indipendenza e autonomia del loro ministero. Vista l’inconciliabilità delle posizioni e il doppio gioco del regime Pio XI scioglie l’Opera e nel 1928 crea una nuova struttura ecclesiastica.
Anche «La Patria» cessa di essere l’espressione dei missionari cattolici in emigrazione.
A Berna don Ireneo Rizzi fonda nel 1927 il giornalino «Rondinella Italiana» «Settimanale per i nostri Emigrati. Intende fare della nuova testata un giornale per gli emigrati italiani di tutto il mondo ! Gratuito pei soli parrocchiani di Lingua Italiana di Berna».
A Basilea la missione pubblica dal maggio 1930 il mensile «La Buona Parola. Bollettino della Missione Cattolica Italiana di Basilea», che sospese la pubblicazione durante la seconda guerra mondiale per riprendere nel 1946.
A Ginevra nel novembre 1933 esce il mensile «La Buona Parola», contenente notizie sull’emigrazione e sulle attività religiose, culturali e sociali, la pagina degli emigrati e dei ragazzi e le notizie delle opere di Ginevra.
Germania
Nel 1905 a Colonia nasce l’organo quindicinale in lingua italiana dei Sindacati Cristiani della Germania «L’Italiano in Germania».
Francia
«Il Corriere»
Il fascismo si imponeva sempre di più non solo in Italia, ma anche all’estero tra le comunità dei nostri connazionali. E’ in questo contesto storico di forte tensione che il 4 novembre 1926 esce ad Agen «Il Corriere», curato da mons. Noradino Eugenio Torricella che, prima di divenire nel 1924 missionario di emigrazione, aveva prestato servizio presso la Nunziatura Apostolica di Vienna.
Era un giornalista di grande talento e, assieme ad altri missionari, avvertiva l’esigenza di dotare le missioni di un organo di stampa autonomo, dopo che «La Patria» era completamente fascistizzata.
Nell’editoriale del primo numero, il direttore scrive che il giornale vuole operare sopra le passioni politiche, perché «fare della politica significa […] creare e mantenere dissensi.
“Il Corriere” diverrà il giornale degli emigrati: non l’eco di lotte, di insulti, di volgarità, ma l’eco di parole che affratellino».
La diffusione del settimanale è capillare. Nel Tolosano e nel Bordolese dove lavorano gli italiani è sempre più presente. Ben presto estende il suo raggio di azione raggiungendo Marsiglia, la vallata del Rodano, il dipartimento dell’Est, sino alla capitale francese. Il giornale riscuote tanto successo che penetra anche in Belgio, nel Lussemburgo, in Germania, in Svizzera, e perfino in Romania. Nel 1938 la tiratura raggiungeva le 14.000 copie.
Pur divenendo sempre più popolare, il giornale è inviso sia alle autorità fasciste che ai fuoriusciti italiani. Difatti i missionari in Europa erano «sottoposti al “fuoco incrociato” di quanti li accusavano di connivenza con la strategia politica dell’opposta fazione» .
La netta presa di posizione della Santa Sede contro il tentativo del regime di fascistizzare l’Opera Bonomelli «non era stata sufficiente a dissipare i pregiudizi diffusi negli ambienti del fuoruscitismo laico, che era rimasto all’oscuro del clima di sospetti e di dissensi sorto a livello istituzionale tra i missionari e il regime» .
Lotta eroica per la libertà di stampa
In un colloquio tra il console di Nancy con don Bertolino, missionario di Homecourt, in cui il console oltre ad accusare il missionario per la sua assenza ai funerali di un impresario italiano filofascista, «ne approfittò per accusare la posizione dichiaratamente “antifascista e disfattista” del Corriere, al punto da volerne proibire la diffusione nell’intera colonia» .
Le accuse e le intimidazioni arrivano anche dalle correnti più estreme della sinistra, fino ad attentati veri e propri come nel caso di don Martinoli ad Esch in Lussemburgo, ferito a colpi di pistola, e l’uccisione di don Cesare Caravadossi, a Joeuf il 17 novembre 1928.
Per ottenere il sussidio dal governo, il console il conte D’Agliano impone al «Corriere» «un severo controllo sui contenuti dei suoi articoli. Egli avanzò perfino la pretesa della direzione del giornale, proponendo a Torricella di relegarlo al ruolo di correttore di bozze» .
Torricella risponde. «Il Corriere non è un giornale politico: è un giornale a carattere religioso patriottico, perché su questo terreno soltanto può fare qualche cosa di bene e mantenere vivo il senso della Religione e della patria [...] Il suo programma [...] resta e non cambierà perché esso forma la ragione di vita del “Corriere”. Il giornale accetta appoggi, non mendica elemosine, non può patteggiare sussidi» .
È questo il clima che si vive, si respira un po’ ovunque e con il passare dei mesi ed degli anni diventa sempre più incandescente, arroventato. Mons. Torricella lavora in profondità. Il missionario mira a trasformare il «Corriere» da giornale della missione di Agen
A strumento e voce delle missioni cattoliche italiane in Europa.
Nell’agosto del 1933 mons. Babini informa i missionari che la proprietà del «Corriere» passa all’Opera Missioni Cattoliche Italiane d’Europa, pur rimanendo la direzione e la stampa del giornale ad Agen.
Le accuse e le intimidazioni arrivano anche dalle correnti più estreme della sinistra, fino ad attentati veri e propri come nel caso di don Martinoli ad Esch in Lussemburgo, ferito a colpi di pistola, e l’uccisione di don Cesare Caravadossi, a Joeuf il 17 novembre 1928.
Per ottenere il sussidio dal governo, il console il conte D’Agliano impone al «Corriere» «un severo controllo sui contenuti dei suoi articoli. Egli avanzò perfino la pretesa della direzione del giornale, proponendo a Torricella di relegarlo al ruolo di correttore di bozze» .
Torricella risponde. «Il Corriere non è un giornale politico: è un giornale a carattere religioso patriottico, perché su questo terreno soltanto può fare qualche cosa di bene e mantenere vivo il senso della Religione e della patria [...] Il suo programma [...] resta e non cambierà perché esso forma la ragione di vita del “Corriere”. Il giornale accetta appoggi, non mendica elemosine, non può patteggiare sussidi» .
È questo il clima che si vive, si respira un po’ ovunque e con il passare dei mesi ed degli anni diventa sempre più incandescente, arroventato. Mons. Torricella lavora in profondità. Il missionario mira a trasformare il «Corriere» da giornale della missione di Agen
A strumento e voce delle missioni cattoliche italiane in Europa.
Nell’agosto del 1933 mons. Babini informa i missionari che la proprietà del «Corriere» passa all’Opera Missioni Cattoliche Italiane d’Europa, pur rimanendo la direzione e la stampa del giornale ad Agen.
Agen 7 gennaio 1944 : uccisione di mons. Torricella
Il Partito Comunista Italiano, nella primavera del 1939, ha programmato un piano di penetrazione nel Sud-Ovest francese e intendeva annientare l’influsso del «Corriere» e della sua «propaganda anticomunista» e colpire il direttore, presentandolo alle autorità francesi come un fascista. Nell’aprile 1943 Torricella richiama l’attenzione sullo stato di isolamento in cui versano gli italiani internati dai tedeschi nel campo di Vernet, invitando i lettori ad inviare mensilmente generi di prima necessità. Intitola il pezzo: Appello ai buoni.
L’armistizio crea ulteriori problemi alla comunità, che il missionario-giornalista cerca di difendere anche perché tutte le autorità sono fuggite per paura di rappresaglie tedesche. Torricella non manca di denunciare questo comportamento. Tragicamente il 7 gennaio 1944
è assassinato nel suo ufficio, mentre stava scrivendo alcune note per il giornale.
L’assassinio ha inferto un duro colpo alla testata, ma venti giorni dopo mons. Babini incarica lo scalabriniano Giovanni Triacca di riprendere la direzione del giornale.
«Nell’agosto 1944 il governo francese sospese le pubblicazioni del giornale, che riprese con una nuova testata, “L’Eco Missionario”, solo il 3 aprile 1947» , come quindicinale delle missioni cattoliche italiane in Francia, divenuto successivamente «L’Eco d’Italia».
Accanto a «Il Corriere», testata dal respiro europeo, in Francia, dove fra le due guerre erano attive 22 missioni per le colonie italiane, troviamo altri bollettini, quali «Il Pro-Familia»,
«La Buona Parola», «La Campana Nostra» .
L’armistizio crea ulteriori problemi alla comunità, che il missionario-giornalista cerca di difendere anche perché tutte le autorità sono fuggite per paura di rappresaglie tedesche. Torricella non manca di denunciare questo comportamento. Tragicamente il 7 gennaio 1944
è assassinato nel suo ufficio, mentre stava scrivendo alcune note per il giornale.
L’assassinio ha inferto un duro colpo alla testata, ma venti giorni dopo mons. Babini incarica lo scalabriniano Giovanni Triacca di riprendere la direzione del giornale.
«Nell’agosto 1944 il governo francese sospese le pubblicazioni del giornale, che riprese con una nuova testata, “L’Eco Missionario”, solo il 3 aprile 1947» , come quindicinale delle missioni cattoliche italiane in Francia, divenuto successivamente «L’Eco d’Italia».
Accanto a «Il Corriere», testata dal respiro europeo, in Francia, dove fra le due guerre erano attive 22 missioni per le colonie italiane, troviamo altri bollettini, quali «Il Pro-Familia»,
«La Buona Parola», «La Campana Nostra» .
II° Dalla liberazione ai nostri giorni
rinascita della stampa delle Missioni - collaborazioni e fusioni
rinascita della stampa delle Missioni - collaborazioni e fusioni
Belgio
Il Belgio è il primo paese europeo a richiamare una forte corrente immigratoria dall’Italia nel secondo dopoguerra, soprattutto nel settore minerario carbonifero. Verso la fine del 1946, mons. Ferdinando Cento, nunzio apostolico in Belgio e Lussemburgo, lancia l’idea di due giornali, uno settimanale e l’altro mensile per gli italiani. Il patronato ACLI, in collaborazione con il sindacato cristiano , assume l’incarico del settimanale «Sole d’Italia» che esce nel 1947. Gli articoli dello scalabriniano Giacomo Sartori, fondatore delle ACLI in Belgio, fanno parte della storia giornalistica dell’emigrazione per le sue prese di posizione coraggiose a favore dei diritti dei lavoratori emigrati . La testata, diretta da Ettore Anselmi, estende la diffusione anche negli altri Paesi del Benelux, modificando nel corso degli anni «l’assunto iniziale per acquisire tonalità sempre più marcatamente politiche» .
I missionari avviano la pubblicazione di un mensile che, inizialmente, si chiama «La Scintilla». La testata, pubblicata a Charleroi, è diretta da Giacomo Sartori.
In un secondo momento la testata diventa «La Missione» e da ultimo «Missione Migrazione». Nel 1995 si fonde nella testata scalabriniana europea «Nuovi Orizzonti Europa ».
Il mensile «Presenza operaia», del movimento aclista di Charleroi. La testata continua anche oggi e porta il nome di «Presenza». A Bruxelles Epifanio Guarneri da alcuni anni pubblica un trimestrale elettronico dal titolo «MCL Belgio Flash», mentre a Genk l’aclista Fernando Marzo pubblica «Azione sociale».
Olanda
L’Olanda accoglie una percentuale sia pure modesta della nuova emigrazione italiana nel secondo dopoguerra. Nel dicembre 1949 la missione cattolica italiana dell’Aja inizia a pubblicare il periodico «La Squilla». Nel dicembre 1952, cambia anche il nome della testata. diventando «La Voce d’Italia», come «Periodico per gli emigrati italiani in Olanda».
Ma come tante piccole testate sorte all’interno delle missioni, anche «La Voce d’Italia» conosce ben presto difficoltà di vario tipo per cui è costretta a sospendere la pubblicazione ed esce poi saltuariamente fino alla totale chiusura. Anche ad Amsterdam, con periodicità irregolare, viene stmpato l’informativo religioso «La Gondola».
Lussemburgo
In Lussemburgo, ad Esch-sur-Alzette, nel 1949 vede la luce il bollettino «La Missione» diffuso in 4000 esemplari . Si cerca anche di diffondere il settimanale «L’Eco d’Italia» .
Nel 1969 lo scalabriniano Giovanni Guadagnini dà vita al mensile informativo «Vita italiana – mensile degli Italiani in Lussemburgo». La testata riporta notizie di carattere locale concernenti la collettività, provvedimenti adottati dal governo nazionale nel settore migratorio, nonché informazioni sui principali avvenimenti di politica interna italiana.
Anche questo mensile si fonde nella rivista europea «Nuovi Orizzonti Europa».
Gran Bretagna
Le condizioni degli italiani che risiedono in Gran Bretagna al termine della seconda guerra mondiale risultano assai penose, «avviliti per i quattro lunghi anni di internamento nell’Isle of Man, addolorati per il grande numero di scomparsi nell’affondamento della Arandora Star, scomparsa la Casa d’Italia, il Club Mazzini Garibaldi chiuso con relativo incameramento di beni da parte dello Stato inglese» .
Questi avvenimenti inducono Domenico Valente della Società di S. Paolo a diffondere all’inizio un volantino per informare gli italiani sui servizi religiosi cattolici a Londra e che poi diviene «La Voce degli Italiani». La pubblicazione inizia nel gennaio 1948.
Con l’arrivo della nuova emigrazione, «il giornale prese a cuore le vicende e i problemi dei nostri lavoratori: funse da organo di informazione, prestò assistenza asociale e in alcuni casi incresciosi prese posizione in difesa dei loro diritti» . Collaboravano numerosi intellettuali presenti nella metropoli inglese, tra cui Ruggero Orlando, C. M. Franzero e Renzo Salvadori. Nel 1957 «La Voce degli Italiani» diviene quindicinale e nel 1963 la testata è ceduta agli scalabriniani, «i quali ne operarono un rilancio attraverso una nuova impostazione redazionale e una maggiore diffusione tra le collettività italiane di provincia […] convertendo il giornale in uno strumento promotore di particolari iniziative sociali, culturali e sportive» .
Nel 1968 «La Voce degli Italiani» incorpora «L’Italiano», fondato nel 1950 quale organo ufficiale delle missioni cattoliche italiane in Inghilterra, e che «si era via via trasformato in un analogo organo di informazione, assumendo di volta in volta il titolo di “La Luce”, “La Squilla”, e infine “L’Italiano”» . Accanto alla «La Voce degli Italiani» si registrano altri giornali di ispirazione cattolica,
come «Backhill», mensile della Chiesa italiana di Londra, «Il messaggero Italiano», mensile fondato nel 1994 da Giacomo Morone e diffuso nell’area consolare di Manchester, «Nuova Presenza», mensile fondato nel 1980 e edito dalle ACLI a Londra.
Francia
Nel 1948 il giornale di Francia «L’Eco Missionario» , riallacciate le vecchie file, recuperati gli abbonamenti di un tempo, ripresa la periodicità settimanale ed il formato originario, subisce un’ulteriore trasformazione, tralasciando la qualifica di «missionario» e divenendo semplicemente «L’Eco». Poiché i nuovi flussi migratori ora si dirigono prevalentemente verso i grandi centri urbani, «L’Eco» si trasferisce prima a Marsiglia e, successivamente, nel 1962, alla periferia di Parigi. La testata diventa «L’Eco d’Italia».
Il periodico allarga la sua diffusione curando ogni quindici giorni un’edizione speciale per gli italiani in Svizzera; una volta al mese un’edizione per i connazionali del Lussemburgo; ed infine una diecina di edizioni, sempre mensili, per altrettante regioni della Francia con una media sulle 20.000 copie settimanali e punte di 40 - 45.000.
Questo considerevole e sforzo editoriale, nonché qualche dissenso all’interno della redazione sulla natura dell’apostolato migratorio, induce la testata a sospendere “provvisoriamente” la pubblicazioni l’8 gennaio 1972.
In Francia, la cessazione de «L’Eco» è concomitante all’uscita di altri periodici editi dalle missioni.
A Lione, lo scalabriniano Enrico Larcher fonda nel 1971 il mensile la «Voce Italiana» con l’intento di tenere vivi tra gli italiani immigrati nella regione i valori cristiani e culturali, nonché legami con l’Italia.
A Parigi un altro scalabriniano Franco Casati pubblica il mensile bilingue «La Missione ».
Aldo Bechi nel 1973 avvia sempre nella capitale, ma con diffusione nazionale, il mensile «Azione Operaia», sull’attività delle ACLI in Italia e in Francia.
Ad Annecy Alfredo Ferrari riprende la pubblicazione di «Campana nostra» (fondata nel 1929) e la stessa viene utilizzata dalle missioni di Tolosa, Carcassonne e Pamiers.
A Nizza la missione nel 1988 fonda il trimestrale «In cammino».
Processo di avvicinamento-fusione e fattiva collaborazione
Con il passare degli anni alcune missioni italiane prendono coscienza che, da sole, non hanno più le possibilità materiali e il personale adatto per continuare a mantenere vivo il proprio periodico. Inizia un processo di riavvicinamento che porta alla creazione di un periodico comune. Le testate che per prime prendono coscienza di questa necessaria e vitale collaborazione sono «La Missione» di Hayange (Mosella), «La Missione» di Parigi, «La Voce Italiana» di Esch-sur-Alzette (Lussemburgo). In un incontro tenutosi a Parigi, decidono di creare un’unica rivista: «Nuovi Orizzonti Emigrazione». Il primo numero è dato alle stampe nel gennaio-febbraio del 1974. Progressivamente altre missioni italiane decidono di unirsi: «La Missione» di Marchienne-au-Pont (Belgio) e la «Voce italiana» di Lione. Con la fusione di queste due nuove testate la testata da «Nuovi Orizzonti Emigrazione» cambia nome e diviene «Nuovi Orizzonti Europa», nel 1994. Per rispondere in una maniera appropriata alle diverse realtà delle comunità italiane del Belgio, del Lussemburgo-Alsazia-Lorena, della Francia centro-meridionale (Lione-Grenoble-Saint Etienne) e della regione parigina la rivista stampa attualmente un inserto speciale di 8 pagine per ogni edizione locale. Il numero di copie si aggira tra le 9.000 e le 10.000.
Germania
In Germania, nell’immediato dopoguerra, i pochi sacerdoti operanti su un vastissimo territorio tentano di riallacciare le fila con i connazionali presenti nel territorio tedesco. Come primo tentativo di collegamento ritengono utile nel 1951 diffondere «La Squilla» olandese.
Nel 1963 il periodico muta il nome della testata in «Corriere d’Italia», diviene settimanale, aumenta la tiratura, «con una impostazione cattolica non priva di tendenze progressiste».
Per molto tempo è l’unico settimanale di lingua italiana per tutta la Germania e le sue posizioni di grande apertura suscitano talvolta aspre polemiche con alcune frange della comunità. Recentemente la testata ha optato per una periodicità mensile, mutando in parte la propria natura e puntando sempre di più su approfondimenti di tematiche specifiche e sul dialogo con la società civile e religiosa locali anche con articoli in tedesco.
A Colonia nel gennaio 1991 la missione, retta dagli scalabriniani, inizia a pubblicare
«Insieme-Gemeinsam». La periodicità è di quattro numeri all’anno.
Il nome prescelto sottolinea l’intento di raggiungere i cittadini di altre nazionalità, in particolare i concittadini tedeschi, che desiderano conoscere da vicino la vita della comunità italiana. Per questo il giornale pubblica anche articoli in tedesco e brevi sintesi in tedesco di quelli in italiano. Attualmente è spedito per posta a 15.000 indirizzi.
A Monaco «Contatto» è il bimestrale della missione. Nasce nel 1975 come ciclostilato ed è il tipico foglietto di informazione della missione. I primi due numeri portano il nome di «Collegamento». Nel marzo 1975 diviene «Contatto» ed è distribuito in occasione di celebrazioni e feste. Dal 1978 la testata con una nuova impostazione grafica ed una capillare distrizbuzione raggiunge attualmente 6500 esemplari inviati per posta a tutte le famiglie italiane di Monaco e dintorni.
A Stoccarda «Contatti» è la testata della Missione dal 1979. Nel 2007 ha cessato le pubblicazioni, nonostante avesse raggiunto le 30.000 copie.
Accanto ai bollettini delle missioni e al mensile della Delegazione dei missionari italiani, in Germania sono stati pubblicati per un certo tempo anche strumenti di lavoro miranti a sensibilizzare la società su aspetti particolari dell’emigrazione e ad aggiornare missionari ed operatori sulla evoluzione in atto, anche attraverso la pubblicazione di documentazione pertinente.
Segnaliamo «CEDOM Selezione», uscito nel gennaio 1976, emanazione del Centro Documentazione Migratorio, sorto a Monaco ad opera degli scalabriniani il 13 dicembre 1975.
Il «Bollettino UDEP», edito dall’Ufficio Documentazione e Pastorale per le Missioni Italiane in Germania e Scandinavia, esce nel gennaio 1971 e nel novembre 1973 diventa «Quaderno UDEP». Pensato come sussidio per gli operatori pastorali riporta atti di convegni, interventi, saggi apparsi su altre riviste, documenti ufficiali e tesi di pastorale.
In Germania Webgiornale bilingue è l’ultima creazione, curata da Tobia Bassanelli, missionario dehoniano. Così descrive il suo nuovo compito: «Nel 1998 terminava il mio impegno di lavoro presso il “Corriere d’Italia ». Ho desiderato continuare ad operare nel mondo dell’informazione a favore della collettività italiana in Germania investendo nei nuovi media le competenze acquisite. Ho così creato un’agenzia stampa, la “de.it.press”, che inizialmente diffondeva le informazioni via fax (“Faxgiornale”) e, successivamente, nel novembre del 1999, ho avviato l’attuale pubblicazione telematica su Internet, il “Webgiornale”» .
Svizzera
Il 1° febbraio 1962 esce il primo numero del nuovo settimanale «Il Corriere degli Italiani».
Sotto la direzione dello scalabriniano Giuseppe Miele, il giornale, attento alle problematiche degli italiani in Svizzera, denuncia coraggiosamente manchevolezze e ingiustizie nei loro confronti.
Non viene mai meno il ruolo di tutela dei diritti civili e religiosi degli immigrati. L’ex-diret-tore don Dino Ferrando, sacerdote ticinese, in occasione del 25.mo del settimanale, esprime bene il ruolo che il giornale ha esercitato nella comunità e a favore degli emigrati:
« È il giornale a rispecchiare ogni situazione, a essere voce di chi non aveva voce, palestra di ricerca, di sprone, di conoscenza, di battagliero vigore in difesa degli umili, di parole di speranza. Ha parlato per loro, il giornale. Ha chiesto giustizia per chi è rimasto schiacciato sotto la gelida coltre del ghiacciaio di Mattmark rotolato sugli operai del cantiere che costruivano la diga; per chi è rimasto asfissiato, senza nessuna sua colpa, nella galleria di Robiei-Stabiascio… Ha alzato la voce, il giornale, per lo stagionale, senza famiglia, ritenuto meno uomo di chi aveva un permesso annuale in tasca - per lo scolaro parcheggiato nelle scuole speciali. È stato amico, il “Corriere”, che ha chiesto per l’immigrato amore, accoglienza fraternità, comprensione e ha detto a lui di donare amore, di aprirsi agli altri, di fraternizzare, di comprendere, di non chiudersi in ghetti. Ha ricordato agli immigrati il loro patrimonio di fede, di quei principi che non pagano dogana e danno sapore alla vita, soprattutto quando, all’offertorio, unitamente al pane e al vino, puoi aggiungere fatica e sofferenza. Un buon, un fraterno amico, che non solo non ti ha mai tradito, ma che ti è rimasto al fianco, fedele, da sempre» .
La gestione del settimanale viene assunta in toto dalla Delegazione delle missioni cattoliche italiane in Svizzera, che ne diviene l’editore e crea l’Associazione del Corriere degli Italiani.
Nel 1981 i vescovi svizzeri, in riferimento al settimanale delle missioni cattoliche italiane, così si esprimevano: «Il Corriere degli Italiani è un servizio a livello socio-politico e religioso per i migranti. Il parere dei vescovi è che: un settimanale socio-politico di ispirazione cristiana, al servizio dei migranti, non deve morire; le comunità ecclesiali dei migranti devono avere i mezzi di finanziamento senza obbligare il giornale a vivere alla giornata o con l’incubo del fallimento; l’impostazione socio-religiosa può sempre migliorare; il maggior numero di migranti deve trovarsi in condizione di leggere il giornale perché lo scopo della pubblicazione è di formare e informare».
Recentemente, anche per garantire una sicurezza economica alla testata, è stato adottato un nuovo statuto e si è dato vita ad un comitato di presidenza cui fanno parte di diritto, oltre che al coordinatore nazionale delle missioni cattoliche italiane in Svizzera, anche due membri della Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana.
Il « Corriere degli Italiani» : unico settimanale cattolico per gli italiani in Europa
Il settimanale «Corriere degli Italiani», rimasto oggi l’unico settimanale cattolico per gli italiani in Europa, assume un peso ancora più rilevante.
L’attenzione al migrante in tutti i suoi bisogni, derivata dalla centralità della persona e ai suoi diritti fondamentali, obbliga la testata a trattarne la vita in ogni suo aspetto.
Il «Corriere» pertanto non è rivolto soltanto alla comunità immigrata. Cerca di interpretarne l’evoluzione e di comunicarne messaggi ed esigenze alla società locale, coadiuvandola nel suo sforzo di diventare società autenticamente interculturale.
Conclusione : proposte e riflessioni
* La stampa italiana – anche quella di matrice cattolica - spesso ignora o sottovaluta
la capacità educativa che offre una comunità di emigrazione con una storia più
che centenaria.
* Lo scambio di notizie nelle due direzioni serve a far conoscere alle testate pubblicate
in Italia la valenza di una storia dal basso, fatta di sperimentazione nella accettazione
reciproca, ed aiuta gli italiani rimasti in patria ad intravedere risposte umane e cristiane
alle sfide poste dai nuovi arrivati.
* Le esperienze di solidarietà e di impegno presenti nella chiesa italiana, che spesso vengono
messi in rilievo dalla stampa cattolica edita in Italia, possono costituire un mezzo prezioso
per immettere idealità nuove nelle seconde e terze generazioni, afflitte dalla mancanza di
esperienze forti di vita cristiana sebbene siano alla ricerca di un senso da dare alla propria
esistenza.
* Le nostre testate, qualificandosi ancora di più, vogliono porsi come portavoce delle istanze
delle missioni nei confronti della chiesa locale, dando risalto alla loro ricerca teologica e
pastorale e diffondendone le intuizioni e i metodi.
* I centri di pastorale migratoria, impegnati nella promozione umana e cristiana del migrante
e nel sostegno ad un suo inserimento nella chiesa e nella società locali senza che questo
comporti la rinuncia della sua cultura ed espressività religiosa, hanno ritenuto la stampa
cattolica di immigrazione un sussidio pastorale assai pertinente, facendone ampio uso,
investendovi molte risorse umane e finanziarie.
* Negli ultimi anni si riscontra un desiderio diffuso di qualificare le testate. Parecchie
missioni hanno scelto la strada della sinergia o una fusione di testate, per una migliore e
qualificata collaborazione e nella condivisione di ideali e di mezzi, scaturita dalla pastorale
di comunione perseguita in quegli anni.
* Si registra inoltre un crescente desiderio di riflessione e di interpretazione religiosa
dell’esperienza migratoria per cui le testate delle missioni, accanto alla informazione per la
comunità locale, tendono a specializzarsi sempre di più nella proposta di una formazione
religiosa, ponendosi come strumenti di dibattito e di lettura in chiave sapienziale della
vicenda migratoria.
* La stampa di matrice religiosa ha giocato un ruolo preminente nella creazione di federazioni
della stampa di emigrazione per rimediare alle varie difficoltà. Si è anche dato vita ad
alcune federazioni : stampa scalabriniana, Federeuropa che per alcuni anni hanno prodotto
notevoli risultati.
* Dal 2009 le testate delle Missioni cattoliche italiane presenti in Europa si sono costituite in
« Delegazione-Europa », diventando membri effettivi della Fisc.
p. Antonio Simeoni
Piacenza 19.03.2010
Il Belgio è il primo paese europeo a richiamare una forte corrente immigratoria dall’Italia nel secondo dopoguerra, soprattutto nel settore minerario carbonifero. Verso la fine del 1946, mons. Ferdinando Cento, nunzio apostolico in Belgio e Lussemburgo, lancia l’idea di due giornali, uno settimanale e l’altro mensile per gli italiani. Il patronato ACLI, in collaborazione con il sindacato cristiano , assume l’incarico del settimanale «Sole d’Italia» che esce nel 1947. Gli articoli dello scalabriniano Giacomo Sartori, fondatore delle ACLI in Belgio, fanno parte della storia giornalistica dell’emigrazione per le sue prese di posizione coraggiose a favore dei diritti dei lavoratori emigrati . La testata, diretta da Ettore Anselmi, estende la diffusione anche negli altri Paesi del Benelux, modificando nel corso degli anni «l’assunto iniziale per acquisire tonalità sempre più marcatamente politiche» .
I missionari avviano la pubblicazione di un mensile che, inizialmente, si chiama «La Scintilla». La testata, pubblicata a Charleroi, è diretta da Giacomo Sartori.
In un secondo momento la testata diventa «La Missione» e da ultimo «Missione Migrazione». Nel 1995 si fonde nella testata scalabriniana europea «Nuovi Orizzonti Europa ».
Il mensile «Presenza operaia», del movimento aclista di Charleroi. La testata continua anche oggi e porta il nome di «Presenza». A Bruxelles Epifanio Guarneri da alcuni anni pubblica un trimestrale elettronico dal titolo «MCL Belgio Flash», mentre a Genk l’aclista Fernando Marzo pubblica «Azione sociale».
Olanda
L’Olanda accoglie una percentuale sia pure modesta della nuova emigrazione italiana nel secondo dopoguerra. Nel dicembre 1949 la missione cattolica italiana dell’Aja inizia a pubblicare il periodico «La Squilla». Nel dicembre 1952, cambia anche il nome della testata. diventando «La Voce d’Italia», come «Periodico per gli emigrati italiani in Olanda».
Ma come tante piccole testate sorte all’interno delle missioni, anche «La Voce d’Italia» conosce ben presto difficoltà di vario tipo per cui è costretta a sospendere la pubblicazione ed esce poi saltuariamente fino alla totale chiusura. Anche ad Amsterdam, con periodicità irregolare, viene stmpato l’informativo religioso «La Gondola».
Lussemburgo
In Lussemburgo, ad Esch-sur-Alzette, nel 1949 vede la luce il bollettino «La Missione» diffuso in 4000 esemplari . Si cerca anche di diffondere il settimanale «L’Eco d’Italia» .
Nel 1969 lo scalabriniano Giovanni Guadagnini dà vita al mensile informativo «Vita italiana – mensile degli Italiani in Lussemburgo». La testata riporta notizie di carattere locale concernenti la collettività, provvedimenti adottati dal governo nazionale nel settore migratorio, nonché informazioni sui principali avvenimenti di politica interna italiana.
Anche questo mensile si fonde nella rivista europea «Nuovi Orizzonti Europa».
Gran Bretagna
Le condizioni degli italiani che risiedono in Gran Bretagna al termine della seconda guerra mondiale risultano assai penose, «avviliti per i quattro lunghi anni di internamento nell’Isle of Man, addolorati per il grande numero di scomparsi nell’affondamento della Arandora Star, scomparsa la Casa d’Italia, il Club Mazzini Garibaldi chiuso con relativo incameramento di beni da parte dello Stato inglese» .
Questi avvenimenti inducono Domenico Valente della Società di S. Paolo a diffondere all’inizio un volantino per informare gli italiani sui servizi religiosi cattolici a Londra e che poi diviene «La Voce degli Italiani». La pubblicazione inizia nel gennaio 1948.
Con l’arrivo della nuova emigrazione, «il giornale prese a cuore le vicende e i problemi dei nostri lavoratori: funse da organo di informazione, prestò assistenza asociale e in alcuni casi incresciosi prese posizione in difesa dei loro diritti» . Collaboravano numerosi intellettuali presenti nella metropoli inglese, tra cui Ruggero Orlando, C. M. Franzero e Renzo Salvadori. Nel 1957 «La Voce degli Italiani» diviene quindicinale e nel 1963 la testata è ceduta agli scalabriniani, «i quali ne operarono un rilancio attraverso una nuova impostazione redazionale e una maggiore diffusione tra le collettività italiane di provincia […] convertendo il giornale in uno strumento promotore di particolari iniziative sociali, culturali e sportive» .
Nel 1968 «La Voce degli Italiani» incorpora «L’Italiano», fondato nel 1950 quale organo ufficiale delle missioni cattoliche italiane in Inghilterra, e che «si era via via trasformato in un analogo organo di informazione, assumendo di volta in volta il titolo di “La Luce”, “La Squilla”, e infine “L’Italiano”» . Accanto alla «La Voce degli Italiani» si registrano altri giornali di ispirazione cattolica,
come «Backhill», mensile della Chiesa italiana di Londra, «Il messaggero Italiano», mensile fondato nel 1994 da Giacomo Morone e diffuso nell’area consolare di Manchester, «Nuova Presenza», mensile fondato nel 1980 e edito dalle ACLI a Londra.
Francia
Nel 1948 il giornale di Francia «L’Eco Missionario» , riallacciate le vecchie file, recuperati gli abbonamenti di un tempo, ripresa la periodicità settimanale ed il formato originario, subisce un’ulteriore trasformazione, tralasciando la qualifica di «missionario» e divenendo semplicemente «L’Eco». Poiché i nuovi flussi migratori ora si dirigono prevalentemente verso i grandi centri urbani, «L’Eco» si trasferisce prima a Marsiglia e, successivamente, nel 1962, alla periferia di Parigi. La testata diventa «L’Eco d’Italia».
Il periodico allarga la sua diffusione curando ogni quindici giorni un’edizione speciale per gli italiani in Svizzera; una volta al mese un’edizione per i connazionali del Lussemburgo; ed infine una diecina di edizioni, sempre mensili, per altrettante regioni della Francia con una media sulle 20.000 copie settimanali e punte di 40 - 45.000.
Questo considerevole e sforzo editoriale, nonché qualche dissenso all’interno della redazione sulla natura dell’apostolato migratorio, induce la testata a sospendere “provvisoriamente” la pubblicazioni l’8 gennaio 1972.
In Francia, la cessazione de «L’Eco» è concomitante all’uscita di altri periodici editi dalle missioni.
A Lione, lo scalabriniano Enrico Larcher fonda nel 1971 il mensile la «Voce Italiana» con l’intento di tenere vivi tra gli italiani immigrati nella regione i valori cristiani e culturali, nonché legami con l’Italia.
A Parigi un altro scalabriniano Franco Casati pubblica il mensile bilingue «La Missione ».
Aldo Bechi nel 1973 avvia sempre nella capitale, ma con diffusione nazionale, il mensile «Azione Operaia», sull’attività delle ACLI in Italia e in Francia.
Ad Annecy Alfredo Ferrari riprende la pubblicazione di «Campana nostra» (fondata nel 1929) e la stessa viene utilizzata dalle missioni di Tolosa, Carcassonne e Pamiers.
A Nizza la missione nel 1988 fonda il trimestrale «In cammino».
Processo di avvicinamento-fusione e fattiva collaborazione
Con il passare degli anni alcune missioni italiane prendono coscienza che, da sole, non hanno più le possibilità materiali e il personale adatto per continuare a mantenere vivo il proprio periodico. Inizia un processo di riavvicinamento che porta alla creazione di un periodico comune. Le testate che per prime prendono coscienza di questa necessaria e vitale collaborazione sono «La Missione» di Hayange (Mosella), «La Missione» di Parigi, «La Voce Italiana» di Esch-sur-Alzette (Lussemburgo). In un incontro tenutosi a Parigi, decidono di creare un’unica rivista: «Nuovi Orizzonti Emigrazione». Il primo numero è dato alle stampe nel gennaio-febbraio del 1974. Progressivamente altre missioni italiane decidono di unirsi: «La Missione» di Marchienne-au-Pont (Belgio) e la «Voce italiana» di Lione. Con la fusione di queste due nuove testate la testata da «Nuovi Orizzonti Emigrazione» cambia nome e diviene «Nuovi Orizzonti Europa», nel 1994. Per rispondere in una maniera appropriata alle diverse realtà delle comunità italiane del Belgio, del Lussemburgo-Alsazia-Lorena, della Francia centro-meridionale (Lione-Grenoble-Saint Etienne) e della regione parigina la rivista stampa attualmente un inserto speciale di 8 pagine per ogni edizione locale. Il numero di copie si aggira tra le 9.000 e le 10.000.
Germania
In Germania, nell’immediato dopoguerra, i pochi sacerdoti operanti su un vastissimo territorio tentano di riallacciare le fila con i connazionali presenti nel territorio tedesco. Come primo tentativo di collegamento ritengono utile nel 1951 diffondere «La Squilla» olandese.
Nel 1963 il periodico muta il nome della testata in «Corriere d’Italia», diviene settimanale, aumenta la tiratura, «con una impostazione cattolica non priva di tendenze progressiste».
Per molto tempo è l’unico settimanale di lingua italiana per tutta la Germania e le sue posizioni di grande apertura suscitano talvolta aspre polemiche con alcune frange della comunità. Recentemente la testata ha optato per una periodicità mensile, mutando in parte la propria natura e puntando sempre di più su approfondimenti di tematiche specifiche e sul dialogo con la società civile e religiosa locali anche con articoli in tedesco.
A Colonia nel gennaio 1991 la missione, retta dagli scalabriniani, inizia a pubblicare
«Insieme-Gemeinsam». La periodicità è di quattro numeri all’anno.
Il nome prescelto sottolinea l’intento di raggiungere i cittadini di altre nazionalità, in particolare i concittadini tedeschi, che desiderano conoscere da vicino la vita della comunità italiana. Per questo il giornale pubblica anche articoli in tedesco e brevi sintesi in tedesco di quelli in italiano. Attualmente è spedito per posta a 15.000 indirizzi.
A Monaco «Contatto» è il bimestrale della missione. Nasce nel 1975 come ciclostilato ed è il tipico foglietto di informazione della missione. I primi due numeri portano il nome di «Collegamento». Nel marzo 1975 diviene «Contatto» ed è distribuito in occasione di celebrazioni e feste. Dal 1978 la testata con una nuova impostazione grafica ed una capillare distrizbuzione raggiunge attualmente 6500 esemplari inviati per posta a tutte le famiglie italiane di Monaco e dintorni.
A Stoccarda «Contatti» è la testata della Missione dal 1979. Nel 2007 ha cessato le pubblicazioni, nonostante avesse raggiunto le 30.000 copie.
Accanto ai bollettini delle missioni e al mensile della Delegazione dei missionari italiani, in Germania sono stati pubblicati per un certo tempo anche strumenti di lavoro miranti a sensibilizzare la società su aspetti particolari dell’emigrazione e ad aggiornare missionari ed operatori sulla evoluzione in atto, anche attraverso la pubblicazione di documentazione pertinente.
Segnaliamo «CEDOM Selezione», uscito nel gennaio 1976, emanazione del Centro Documentazione Migratorio, sorto a Monaco ad opera degli scalabriniani il 13 dicembre 1975.
Il «Bollettino UDEP», edito dall’Ufficio Documentazione e Pastorale per le Missioni Italiane in Germania e Scandinavia, esce nel gennaio 1971 e nel novembre 1973 diventa «Quaderno UDEP». Pensato come sussidio per gli operatori pastorali riporta atti di convegni, interventi, saggi apparsi su altre riviste, documenti ufficiali e tesi di pastorale.
In Germania Webgiornale bilingue è l’ultima creazione, curata da Tobia Bassanelli, missionario dehoniano. Così descrive il suo nuovo compito: «Nel 1998 terminava il mio impegno di lavoro presso il “Corriere d’Italia ». Ho desiderato continuare ad operare nel mondo dell’informazione a favore della collettività italiana in Germania investendo nei nuovi media le competenze acquisite. Ho così creato un’agenzia stampa, la “de.it.press”, che inizialmente diffondeva le informazioni via fax (“Faxgiornale”) e, successivamente, nel novembre del 1999, ho avviato l’attuale pubblicazione telematica su Internet, il “Webgiornale”» .
Svizzera
Il 1° febbraio 1962 esce il primo numero del nuovo settimanale «Il Corriere degli Italiani».
Sotto la direzione dello scalabriniano Giuseppe Miele, il giornale, attento alle problematiche degli italiani in Svizzera, denuncia coraggiosamente manchevolezze e ingiustizie nei loro confronti.
Non viene mai meno il ruolo di tutela dei diritti civili e religiosi degli immigrati. L’ex-diret-tore don Dino Ferrando, sacerdote ticinese, in occasione del 25.mo del settimanale, esprime bene il ruolo che il giornale ha esercitato nella comunità e a favore degli emigrati:
« È il giornale a rispecchiare ogni situazione, a essere voce di chi non aveva voce, palestra di ricerca, di sprone, di conoscenza, di battagliero vigore in difesa degli umili, di parole di speranza. Ha parlato per loro, il giornale. Ha chiesto giustizia per chi è rimasto schiacciato sotto la gelida coltre del ghiacciaio di Mattmark rotolato sugli operai del cantiere che costruivano la diga; per chi è rimasto asfissiato, senza nessuna sua colpa, nella galleria di Robiei-Stabiascio… Ha alzato la voce, il giornale, per lo stagionale, senza famiglia, ritenuto meno uomo di chi aveva un permesso annuale in tasca - per lo scolaro parcheggiato nelle scuole speciali. È stato amico, il “Corriere”, che ha chiesto per l’immigrato amore, accoglienza fraternità, comprensione e ha detto a lui di donare amore, di aprirsi agli altri, di fraternizzare, di comprendere, di non chiudersi in ghetti. Ha ricordato agli immigrati il loro patrimonio di fede, di quei principi che non pagano dogana e danno sapore alla vita, soprattutto quando, all’offertorio, unitamente al pane e al vino, puoi aggiungere fatica e sofferenza. Un buon, un fraterno amico, che non solo non ti ha mai tradito, ma che ti è rimasto al fianco, fedele, da sempre» .
La gestione del settimanale viene assunta in toto dalla Delegazione delle missioni cattoliche italiane in Svizzera, che ne diviene l’editore e crea l’Associazione del Corriere degli Italiani.
Nel 1981 i vescovi svizzeri, in riferimento al settimanale delle missioni cattoliche italiane, così si esprimevano: «Il Corriere degli Italiani è un servizio a livello socio-politico e religioso per i migranti. Il parere dei vescovi è che: un settimanale socio-politico di ispirazione cristiana, al servizio dei migranti, non deve morire; le comunità ecclesiali dei migranti devono avere i mezzi di finanziamento senza obbligare il giornale a vivere alla giornata o con l’incubo del fallimento; l’impostazione socio-religiosa può sempre migliorare; il maggior numero di migranti deve trovarsi in condizione di leggere il giornale perché lo scopo della pubblicazione è di formare e informare».
Recentemente, anche per garantire una sicurezza economica alla testata, è stato adottato un nuovo statuto e si è dato vita ad un comitato di presidenza cui fanno parte di diritto, oltre che al coordinatore nazionale delle missioni cattoliche italiane in Svizzera, anche due membri della Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana.
Il « Corriere degli Italiani» : unico settimanale cattolico per gli italiani in Europa
Il settimanale «Corriere degli Italiani», rimasto oggi l’unico settimanale cattolico per gli italiani in Europa, assume un peso ancora più rilevante.
L’attenzione al migrante in tutti i suoi bisogni, derivata dalla centralità della persona e ai suoi diritti fondamentali, obbliga la testata a trattarne la vita in ogni suo aspetto.
Il «Corriere» pertanto non è rivolto soltanto alla comunità immigrata. Cerca di interpretarne l’evoluzione e di comunicarne messaggi ed esigenze alla società locale, coadiuvandola nel suo sforzo di diventare società autenticamente interculturale.
Conclusione : proposte e riflessioni
* La stampa italiana – anche quella di matrice cattolica - spesso ignora o sottovaluta
la capacità educativa che offre una comunità di emigrazione con una storia più
che centenaria.
* Lo scambio di notizie nelle due direzioni serve a far conoscere alle testate pubblicate
in Italia la valenza di una storia dal basso, fatta di sperimentazione nella accettazione
reciproca, ed aiuta gli italiani rimasti in patria ad intravedere risposte umane e cristiane
alle sfide poste dai nuovi arrivati.
* Le esperienze di solidarietà e di impegno presenti nella chiesa italiana, che spesso vengono
messi in rilievo dalla stampa cattolica edita in Italia, possono costituire un mezzo prezioso
per immettere idealità nuove nelle seconde e terze generazioni, afflitte dalla mancanza di
esperienze forti di vita cristiana sebbene siano alla ricerca di un senso da dare alla propria
esistenza.
* Le nostre testate, qualificandosi ancora di più, vogliono porsi come portavoce delle istanze
delle missioni nei confronti della chiesa locale, dando risalto alla loro ricerca teologica e
pastorale e diffondendone le intuizioni e i metodi.
* I centri di pastorale migratoria, impegnati nella promozione umana e cristiana del migrante
e nel sostegno ad un suo inserimento nella chiesa e nella società locali senza che questo
comporti la rinuncia della sua cultura ed espressività religiosa, hanno ritenuto la stampa
cattolica di immigrazione un sussidio pastorale assai pertinente, facendone ampio uso,
investendovi molte risorse umane e finanziarie.
* Negli ultimi anni si riscontra un desiderio diffuso di qualificare le testate. Parecchie
missioni hanno scelto la strada della sinergia o una fusione di testate, per una migliore e
qualificata collaborazione e nella condivisione di ideali e di mezzi, scaturita dalla pastorale
di comunione perseguita in quegli anni.
* Si registra inoltre un crescente desiderio di riflessione e di interpretazione religiosa
dell’esperienza migratoria per cui le testate delle missioni, accanto alla informazione per la
comunità locale, tendono a specializzarsi sempre di più nella proposta di una formazione
religiosa, ponendosi come strumenti di dibattito e di lettura in chiave sapienziale della
vicenda migratoria.
* La stampa di matrice religiosa ha giocato un ruolo preminente nella creazione di federazioni
della stampa di emigrazione per rimediare alle varie difficoltà. Si è anche dato vita ad
alcune federazioni : stampa scalabriniana, Federeuropa che per alcuni anni hanno prodotto
notevoli risultati.
* Dal 2009 le testate delle Missioni cattoliche italiane presenti in Europa si sono costituite in
« Delegazione-Europa », diventando membri effettivi della Fisc.
p. Antonio Simeoni
Piacenza 19.03.2010