I documenti riservati della Santa Sede
SCANDALI
“E non dimenticatevi di pregare per me”: è questo il costante invito di Papa Francesco, un Papa fuori dagli schemi “occidentali”, che attrae la gente e che sembra però essere colpito con veemenza dal “cuore” della Chiesa, il Vaticano. Chi sta all’esterno della compagine ecclesiale, in genere paragona la Chiesa a una corazzata, una specie di esercito tutto d’un pezzo; in realtà, episodi come l’uscita dei libri di Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi, con rivelazioni su documenti riservati della Santa Sede, mostrerebbero il contrario. I documenti, infatti, sarebbero stati trafugati in modo illecito da personale interno del Vaticano, che ha già eseguito i primi arresti. I libri, prima di giudicarli, vanno prima di tutto letti, ma le anticipazioni parlerebbero di spese pazze da parte di ecclesiastici e di soldi non utilizzati per i poveri ma per ambizioni personali.
Torna di grande attualità una frase del Vangelo: “è inevitabile che avvengano scandali”. Gli scandali, fin dal tempo di Gesù - il desiderio di primeggiare che serpeggiava tra gli Apostoli, il tradimento di Giuda, l’abbandono di Pietro, la fuga dei discepoli di Emmaus -, mostrano una terribile verità: la fragilità dell’uomo. Dio, infatti, è venuto per i peccatori, sottolinea spesso il Papa. La storia si ripete. Sono passati 700 anni, da quando Dante Alighieri collocava illustri ecclesiastici nell’Inferno della sua Divina Commedia, a motivo della loro corruzione.
Gli autori dei libri sostengono che il loro obiettivo sia di mostrare come la riforma della Chiesa, voluta da Papa Francesco, sia un’operazione tutta in salita. Sarà... ma a loro va detto che se avessero fatto questa operazione editoriale e commerciale in un’altra religione, probabilmente non la passerebbero liscia.
è troppo presto per dare un giudizio su avvenimenti ancora in evoluzione, ma certo più che generare confusione e spingere al pettegolezzo, devono suscitare nei credenti ancora di più il desiderio di donare la propria vita a Cristo e di servirlo con generosità di cuore, in una testimoninanza di amore, di perdono e di fraternità. Questa è la Chiesa, quella Chiesa che ci ha donato la speranza di “non morire nei nostri peccati” (Vangelo di Giovanni 8, 24).
Davide Maloberti