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Bot, uno spirito libero

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La sua mostra prolungata fino al 10 gennaio

BOT (Barbieri Oswaldo Terribile) è uno dei principali protagonisti dell’arte contemporanea, il maggior artista piacentino del Novecento. L’ultima volta che Piacenza si era soffermata sul suo lavoro era il 1980, ben 35 anni fa, con una mostra in S. Agostino. Il 2015 segna però un importante anniversario, i 120 anni dalla nascita di questo eclettico e stravagante artista, e finalmente Piacenza lo ha celebrato nel modo migliore, con una serie di eventi in città e provincia di cui il più importante è indubbiamente “BOT. I futurismi di un giocoliere. Opere scelte 1924-1958”, la mostra allestita a Palazzo Rota Pisaroni, in via S. Eufemia, dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano - con il patrocinio del Comune di Piacenza - ideata dal presidente della commissione cultura della Fondazione, Giorgio Milani, organizzata da Eugenio Gazzola e curata da Elena Pontiggia.

La mostra prolungata fino al 10 gennaio

Una mostra inaugurata il 18 settembre scorso e che avrebbe dovuto concludersi il 22 novembre. Ma tale è l’interesse verso l’evento - oltre cinquemila visitatori finora - e l’amore che i piacentini stanno dimostrando nei confronti di BOT, che il presidente della Fondazione Massimo Toscani ha deciso di prorogare l’iniziativa, dapprima fino alla fine dell’anno, poi addirittura fino al prossimo 10 gennaio, per permettere ai cittadini e anche alle scolaresche di ammirare le opere dell’artista piacentino. Un successo che ripaga del notevole sforzo organizzativo, se si pensa che il percorso espositivo è composto da oltre 400 opere, tra dipinti, sculture, grafica e libri.

Le opere provengono per la maggior parte da collezioni private di Piacenza, Milano e Roma, ma anche da raccolte pubbliche della Galleria Ricci Oddi, dal museo MART di Trento-Rovereto e dal museo MIM di San Pietro in Cerro.

Leggi articolo alla pagina 7 dell’edizione di venerdì 4 dicembre 2015

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