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Natale in libreria

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Viaggio tra alcuni librai piacentini.  In campo cattolico, richiesti Papa Francesco e Chiara Amirante

“Entrai in libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare”. Così scrive lo spagnolo Carlos Ruiz Zafòn, per difendere un settore - quello editoriale e librario - da tempo in crisi, ma che vive la sua tradizionale boccata d’ossigeno nel periodo natalizio.

La gente legge poco?

Ne ha viste tante Romano Gobbi della Libreria Romagnosi: soprattutto ha visto - negli ultimi decenni - calare drasticamente le vendite. “La gente legge sempre meno -tuona da dietro il bancone -, e si vende poco. Non ci sono libri più venduti di altri: qua uno entra e prende una cosa che gli piace, poi quelli che vengono dopo altri prodotti, uno diverso dall’altro. È vero che a Natale, di questi tempi, regalare un libro è un modo per cavarsela con poca spesa, però io prendo tante copie di un’opera e poi ne vendo anche solo una”.

Tuttavia, anche alla Romagnosi, i due casi del momento, tendono a spopolare. “Via Crucis” e “Avarizia” - rispettivamente di Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi - incuriosiscono i lettori, stimolati dall’attenzione mediatica nei confronti del processo in Vaticano. Oltre a questi due libri d’inchiesta, vanno per la maggiore “Donne d’Italia” di Bruno Vespa, “La ragazza nella nebbia” di Donato Carrisi e l’intramontabile Wilbur Smith con Il Leone d’oro. Un modo per combattere la crisi? “Puntare - spiega ancora Gobbi - sulle pubblicazioni locali di interesse. Ad esempio il nostro giornale «L’urtiga. Quaderni di cultura piacentina», o libri di tanti anni fa come Piacenza Romana e Cucina Piacentina, riscuotono sempre successo”.

A Natale i libri non si smentiscono mai

“A Natale i libri non si smentiscono: rimangono sempre un regalo a prezzo ridotto, anche per chi non legge moltissimo durante l’anno. Questo periodo ci dà respiro per un terzo dell’anno”. Va dritta al sodo Sonia Galli della libreria Fahrenheit, nel commentare questa fase cruciale dell’economia di una libreria in una città come Piacenza. “Le case editrici lo sanno, inondano le librerie con libri soprattutto di personaggi famosi, ma noi tendiamo sempre a dare visibilità ai testi d’autore, poco conosciuti”. In testa alle preferenze dei lettori troviamo “Chirù” di Michela Murgia, il thriller di Don Wislow “Il Cartello”, “Dopo la guerra” di Hervè Le Corre, “Canto della pianura” di Kent Hanuf - quest’ultimo particolarmente consigliato - e anche gli ultimi due libri del cantautore Francesco Guccini e di Fabio Volo. Stando anche soli pochi minuti alla Fahrenheit, si intuisce che la clientela vuole dialogare, confrontarsi, discutere e sentirsi parte di un sistema, quello letterario, che - almeno qua dentro - dovrebbe sempre dare l’ultima parola al lettore.

Leggi articolo alla pagina 3 dell’edizione di venerdì 18 dicembre 2015

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