Il Nuovo Giornale - Settimanale della diocesi di Piacenza-Bobbio

Tools
A+ R A- wide normal
  • Skip to content
  • Home
  • Chi siamo
  • Dove siamo
  • La nostra storia
    • La storia del settimanale
    • Convegno Fisc 2010
      • Video-Interventi Fisc
      • Gallery - Fisc 2010
  • Abbonamenti
  • Archivio
    • Giornale Sfogliabile
      • ANNO 2012
        • Giugno 2012
        • Luglio 2012
        • Agosto 2012
        • Settembre 2012
        • Ottobre 2012
        • Novembre 2012
  • Speciali
  • Libri
  • Contatti
  • Abbonati

campagna16

Il limbo italico

E-mail Stampa PDF

46lavoro

 

 

L’indagine 2015 del Censis. A confronto alcune voci del mondo della scuola, dell’imprenditoria e dei giovani

L’Italia è ancora dentro alla crisi economica? E come si sta trasformando la società italiana? Il 49° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese nel 2015 delinea ancora una situazione di “profonda debolezza antropologica, un letargo esistenziale collettivo, dove i soggetti - individui, famiglie, imprese - restano in un recinto securizzante, ma inerziale”. Una società a bassa consistenza e con scarsa autopropulsione: una sorta di limbo italico fatto di mezze tinte, mezze classi, mezzi partiti, mezze idee e mezze persone. “In questo clima - si legge nel rapporto - vincono l’interesse particolare, il soggettivismo, l’egoismo individuale e non maturano valori collettivi e una unità di interessi. Crescono così le diseguaglianze, con una caduta della coesione sociale e delle strutture intermedie di rappresentanza che l’hanno nel tempo garantita”.

“In questo 2015 – spiega Anna Maria Fellegara, preside della facoltà di economia e giurisprudenza all’Università Cattolica di Piacenza - si sono visti segnali di ripresa, per cui possiamo parlare di una parziale ripartenza. L’economia è discontinua: non tutti i settori del nostro Paese hanno visto intrecciare dati positivi. Da un lato abbiamo la manifattura e l’export, che stanno incrementando, dall’altro, ambiti come l’edilizia, con problemi seri, a cui si uniscono il settore del credito e quello finanziario. Il mercato interno è fermo, quello europeo è saturo: bisogna conquistare nuovi mercati nei paesi emergenti”.

“L’Italia è ancora in difficoltà – ammette Valeria Fiorani, direttore commerciale di «Fiorani Carni» - ma intravedo qualche barlume di luce e di speranza di uscita dalla crisi. L’ottimismo fa tanto perché convince la gente che qualcosa sta cambiando. Il momento è ancora difficile e gli imprenditori devono trovare la forza per reagire, per non rimanere fermi: il lavoro non ti cade addosso, te lo devi cercare con grinta”.

Il governo Renzi spinge molto sul ruolo sociale e formativo della scuola. “Ma è ancora presto per giudicare la riforma della “Buona scuola” - chiarisce Simona Fornasari, preside dell’istituto paritario Sant’Eufemia di Piacenza - che tanto ha fatto insorgere gli insegnanti”.

La scuola sembra essere uno dei settori della società italiana più chiuso in se stesso e recalcitrante al cambiamento.

“Con i colleghi universitari si parla molto del nostro futuro e di quello del Paese - dice Giorgio Vincenti, 25 anni, laureando in giurisprudenza a Parma - e nonostante tutto siamo abbastanza ottimisti e fiduciosi di trovare un posto di lavoro. Credo che chi si specializza in un ambito e va al di là del prendere il pezzo di carta della laurea triennale, sia poi ricercato sul mercato del lavoro”.

Leggi articolo alla pagina 3 dell’edizione di mercoledì 30 dicembre 2015

Caricaturatel
Problemi con il tuo Computer ?

facebook-logo


  Chiedi aiuto al dottor Mac

sandalo1

sandalo2

radelme1

radelme2

radelme3

Franco Zeppi1

Franco Zeppi2

Franco Zeppi3

 

Utilizzo cookies

Il Nuovo Giornale © | Tutti i diritti riservati | p.iva 01013510332